I Luoghi del Cuore
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CASELLE IN PITTARI

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CASELLE IN PITTARI, SALERNO

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CASELLE IN PITTARI
È un paese italiano in provincia di Salerno, nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e degli Alburni, situato a 444 metri sul livello del mare. Il piccolo borgo, crocevia di carovane che dal Vallo di Diano raggiungevano il mare si è sempre caratterizzato per la sua ospitalità e vivacità socio-culturale, che rappresenta tutt’oggi l’identità della comunità casellese. Il borgo antico presenta una parte alta, u’ Castieddu (il Castello), arroccata intorno alla torre medievale e alla chiesa madre S. Maria Assunta (entrambi risalenti alla seconda metà del XII sec.) sovrastando il paese vecchio e regalando un panorama mozzafiato: il Monte Cervati (1898mt), cima più alta della Campania, i cromatismi delle rocce del Monte Bulgheria ed al tramonto le luci del Santuario di Novi Velia, posto sulla cima del Monte Gelbison e una parte bassa, costruita al di fuori dell'antica cinta muraria, che si affaccia sulla valle, altra finestra ricca di fascino e bellezza in ogni stagione dell’anno. Anche qui le viuzze si snodano capillarmente e custodiscono le cappelle dedicate a San Giovanni Battista, le cui mura poggiano direttamente sulla roccia viva, e quella di S. Anna. NATURA ECCEZIONALE Caselle in Pittari è un’area di notevole interesse speleologico: sono presenti un notevole numero di grotte, tra cui inghiottitoi, risorgenze e numerose piccole caverne e sgrottamenti. Qui si trova uno dei fenomeni carsici più affascinanti e imponenti dell’Italia, l’Inghiottitoio del Bussento, conosciuto anche con il nome “La Rupe”, nel quale si inabissa il fiume omonimo per poi riemergere, dopo un percorso sotterraneo di circa 4 km, nei pressi dell’Oasi WWF di Morigerati. LA STORIA Il territorio di Caselle è stato abitato fin dall’età arcaica. Nel VII-VI secolo a.C., un primo insediamento sorgeva sul Monte Pittari con funzione strategica a guardia dell’antica via del sale, che seguiva il corso del fiume Bussento ed univa il Vallo di Diano con il Golfo di Policastro. Nei pressi della contrada Laurelli sorse il secondo abitato della zona di origine lucana, precedentemente insediato da uno stanziamento greco, che fu poi abbandonato in seguito alle prime invasioni barbariche. I contadini di Laurelli trovarono così rifugio sul Monte Pittati, comunemente conosciuto come monte S. Michele, nelle prossimità di un secolare luogo di culto fondato nell’VIII secolo da monaci bizantini a 690 metri sul livello del mare, dando vita ad un villaggio di casupole (da qui si presume il nome Caselle). IDENTITÀ E TRADIZIONI Caselle in Pittari è un paese a vocazione agricola e pastorale; ogni famiglia dedica gran parte del proprio tempo alle attività in campagna, alla cura degli animali e alla preparazione del pane e di quanto serve al proprio sostentamento. Ogni abitazione presenta degli spazi attigui alla casa, luoghi dedicati a precise attività: il giardino, utilizzato come orto “urbano”, il forno, dove si prepara, con tutta la famiglia e il vicinato, il proprio pane, e gli “stieri”, piccole stanze dove si ricoveravano i propri animali e oggi luogo di dispensa. Ha raggiunto la sua XVI edizione il Palio del Grano, una delle manifestazione più coinvolgenti per l’intera comunità, che si apre a chiunque voglia assistere e partecipare in una gara di mietitura a mano del grano, una sfida tra otto rioni di Caselle in Pittari, ciascuno gemellato con i paesi “compari” che sposano la filosofia dell’evento e che portano avanti, come i casellesi, la propria identità contadina e il rapporto atavico che questi territori hanno con la terra. L’evento del Palio è preceduto da una settimana di Camp di Grano, un percorso di avvicinamento alla manifestazione, un’esperienza rurale e laboratoriale sul campo: un momento di osservazione e sperimentazione, scambio e apprendimento, in cui si impara dai contadini l’arte delle mietitura a mano e di tutti i processi di lavorazione del grano fino alla molitura in mulino a pietra e il corso di panificazione naturale con lievito madre.

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È un paese italiano in provincia di Salerno, nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e degli Alburni, situato a 444 metri sul livello del mare. Il piccolo borgo, crocevia di carovane che dal Vallo di Diano raggiungevano il mare si è sempre caratterizzato per la sua ospitalità e vivacità socio-culturale, che rappresenta tutt’oggi l’identità della comunità casellese. Il borgo antico presenta una parte alta, u’ Castieddu (il Castello), arroccata intorno alla torre medievale e alla chiesa madre S. Maria Assunta (entrambi risalenti alla seconda metà del XII sec.) sovrastando il paese vecchio e regalando un panorama mozzafiato: il Monte Cervati (1898mt), cima più alta della Campania, i cromatismi delle rocce del Monte Bulgheria ed al tramonto le luci del Santuario di Novi Velia, posto sulla cima del Monte Gelbison e una parte bassa, costruita al di fuori dell'antica cinta muraria, che si affaccia sulla valle, altra finestra ricca di fascino e bellezza in ogni stagione dell’anno. Anche qui le viuzze si snodano capillarmente e custodiscono le cappelle dedicate a San Giovanni Battista, le cui mura poggiano direttamente sulla roccia viva, e quella di S. Anna. NATURA ECCEZIONALE Caselle in Pittari è un’area di notevole interesse speleologico: sono presenti un notevole numero di grotte, tra cui inghiottitoi, risorgenze e numerose piccole caverne e sgrottamenti. Qui si trova uno dei fenomeni carsici più affascinanti e imponenti dell’Italia, l’Inghiottitoio del Bussento, conosciuto anche con il nome “La Rupe”, nel quale si inabissa il fiume omonimo per poi riemergere, dopo un percorso sotterraneo di circa 4 km, nei pressi dell’Oasi WWF di Morigerati. LA STORIA Il territorio di Caselle è stato abitato fin dall’età arcaica. Nel VII-VI secolo a.C., un primo insediamento sorgeva sul Monte Pittari con funzione strategica a guardia dell’antica via del sale, che seguiva il corso del fiume Bussento ed univa il Vallo di Diano con il Golfo di Policastro. Nei pressi della contrada Laurelli sorse il secondo abitato della zona di origine lucana, precedentemente insediato da uno stanziamento greco, che fu poi abbandonato in seguito alle prime invasioni barbariche. I contadini di Laurelli trovarono così rifugio sul Monte Pittati, comunemente conosciuto come monte S. Michele, nelle prossimità di un secolare luogo di culto fondato nell’VIII secolo da monaci bizantini a 690 metri sul livello del mare, dando vita ad un villaggio di casupole (da qui si presume il nome Caselle). IDENTITÀ E TRADIZIONI Caselle in Pittari è un paese a vocazione agricola e pastorale; ogni famiglia dedica gran parte del proprio tempo alle attività in campagna, alla cura degli animali e alla preparazione del pane e di quanto serve al proprio sostentamento. Ogni abitazione presenta degli spazi attigui alla casa, luoghi dedicati a precise attività: il giardino, utilizzato come orto “urbano”, il forno, dove si prepara, con tutta la famiglia e il vicinato, il proprio pane, e gli “stieri”, piccole stanze dove si ricoveravano i propri animali e oggi luogo di dispensa. Ha raggiunto la sua XVI edizione il Palio del Grano, una delle manifestazione più coinvolgenti per l’intera comunità, che si apre a chiunque voglia assistere e partecipare in una gara di mietitura a mano del grano, una sfida tra otto rioni di Caselle in Pittari, ciascuno gemellato con i paesi “compari” che sposano la filosofia dell’evento e che portano avanti, come i casellesi, la propria identità contadina e il rapporto atavico che questi territori hanno con la terra. L’evento del Palio è preceduto da una settimana di Camp di Grano, un percorso di avvicinamento alla manifestazione, un’esperienza rurale e laboratoriale sul campo: un momento di osservazione e sperimentazione, scambio e apprendimento, in cui si impara dai contadini l’arte delle mietitura a mano e di tutti i processi di lavorazione del grano fino alla molitura in mulino a pietra e il corso di panificazione naturale con lievito madre.
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