In evidenza
Sezioni
Annunci
Quotidiani NEM
Comuni

Giro d’Italia, finale da urlo sul Lussari: la maglia rosa si assegna in Friuli Venezia Giulia

In migliaia per il Giro in regione. Thomas guida con 26” su Roglic prima del Lussari. È l’epilogo che sarebbe piaciuto di più ad Enzo Cainero

Antonio Simeoli
2 minuti di lettura

TRIESTE Il Giro d’Italia si deciderà sul Monte Lussari, il Santuario meta di pellegrinaggio dei tre popoli tedeschi, slavi e latini. Una delle perle del Friuli che vivrà una giornata memorabile di sport, con i riflettori puntati di tutto il mondo.

Dopo una crono di 18 km, gli ultimi 7 dei quali su una salita inedita ai più con pendenze folli.

Strada in cemento, cinque chilometri stile vicino Zoncolan, lombardo Mortirolo o spagnolo Angliru. O gli ultimi 4 km delle Tre Cime di Lavaredo di venerdì, tanto per dare l’idea di ciò che proporrà il menù della tappa decisiva della corsa rosa.

Che sarà una vittoria finale sul filo dei secondi lo ha deciso il tappone delle Tre Cime di Lavaredo, dove la maglia rosa Geraint Thomas (Ineos) ha addirittura cercato l’allungo nel finale su Primoz Roglic (Jumbo), che ha reagito rosicchiandogli tre secondini sul rettilineo conclusivo.

A pagare dazio, senza crollare, ancora una volta nelle ultime centinaia di metri di quel magnifico (non per i corridori) muro ai piedi delle Tre Cime, è stato il portoghese Joao Almeida (Uae), in ritardo di 20” e che ora insegue a 59”.

Il duello finale sarà quindi tra Thomas e Roglic divisi da 26”. Chi dei due è più forte a cronometro? Sul piano forse il vincitore del Tour 2018, in salita forse lo sloveno, che sarà sospinto da migliaia di tifosi dalla vicinissima Slovenia.

I due ieri sono arrivati in hotel a Tarvisio a tarda serata, oggi partiranno poco dopo le 17, perché la cronometro sarà divisa in tre manche per motivi logistici.

E attenzione, tra pianura e salita i corridori saranno impegnati anche in uno spettacolare pit-stop per cambiare la bici da cronometro con quella più leggera e adatta a domare le rampe della salita nel bel mezzo delle Alpi Giulie.

In salita saranno seguiti dalle moto e non dalle ammiraglie. Sarà importante il recupero. Thomas ieri sorrideva dopo la tappa, Roglic strizzava l’occhio alla telecamera e abbracciava la moglie Lora arrivata in quota col figlioletto.

«La tappa è andata come pensavo e domani full», ha detto il tre volte vincitore della Vuelta che, curiosità, quando faceva salto con gli sci da giovane proprio a Tarvisio, da dove partirà la crono, conquistò una medaglia ai Mondiali giovanili.

Non mancherà nulla. Bel tempo, in un Giro inseguito per giorni e giorni dalla pioggia nella sua risalita al Nord; spettacolo fino all’ultimo per una classifica apertissima come non mai; pubblico sulle strade, a Tarvisio e al Santuario, che si spellerà le mani per i due atleti friulani in gara, Alessandro De Marchi e Jonathan Milan, con la sua maglia ciclamino semplicemente passato in 21 tappe da esordiente a eroe acclamato da tutti e protagonista ieri dell’impresa del Giro arrivando in tempo massimo dopo una notte insonne.

E poi turisti-tifosi in arrivo da Austria, soprattutto Slovenia per il loro Roglic; telespettatori incollati alle tv da tutto il mondo per assistere al debutto della misteriosa salita del Lussari, musica per le orecchie della Regione. Non mancherà nulla? No, mancherà, e tanto, Enzo Cainero.

Se oggi il Friuli, ancora una volta, scriverà un pezzo di storia del Giro d’Italia lo si deve a quel magnifico sognatore che non c’è più dall’inizio dell’anno.

Ci sembra quasi di vederlo indossare il casco e partire con l’amico Edi Orioli per la solita ricognizione in moto del percorso.

Con una sosta a ogni paese per ringraziare i volontari ed essere incoraggiato a continuare così.

Poi applaudire i corridori e, a fine tappa, pensare già alla prossima genialata. Buon divertimento anche a te caro Enzo.

I commenti dei lettori