Innamorati del territorio

Pezzaze

 

Pezzaze è un comune di 21,51 kmq formato da diverse frazioni distanti fra loro, poste a varie quote di altezza sulle montagne che separano la Valle Trompia dalla Valle Camonica. Esse sono 4: Mondaro, Stravignino, Pezzazole, Lavone. Etto (Eto), Avano, Aiale sono considerati nuclei. Altre località che talvolta vengono confuse come frazioni sono: Canelli, Colle di San Zeno, Monte, Sant’Apollonio. La frazione più antica, secondo alcuni, è quella di Avano, unico nome romano (suffisso -ano) del territorio e quindi nucleo primitivo del paese, che si sarebbe venuto formando lentamente nel Medio Evo staccandosi dal suo centro religioso e civile della Pieve di Bovegno.

Il Municipio si trova a 620 m.s.l.m. L’altitudine minima è di 475 m. (in corrispondenza della frazione di Lavone, dove c’è la scuola consortile, in località Acqua Morta perché qui un tempo l’acqua era stagnante) mentre quella massima è di 1854 m., in località Colma di Marucolo.

 

Come si vede dalla mappa, Pezzaze confina con i Comuni di Tavernole s.M., Bovegno, Marmentino e con altri due paesi della Valle Camonica e nello specifico Pisogne e Artogne.

Non ci sono notizie certe relative all’etimologia del toponimo ma ci sono divere teorie tra le quali:

  • nel XI secolo era chiamato Pezaze. Si pensa derivi dal latino pès, piceus, picea, abete, precisamente “abete rosso”. Il dialetto ci potrebbe aiutare maggiormente, Pedade e deriverebbe da, ai piedi degli aghi (dade) di abete indicazione precisa della pianta di pino che doveva ricoprire le pendici di questi monti, o almeno avere una preminenza su tutte le altre, quando il territorio di Pezzaze e Pezzoro (ma anche Pezzeda, Pezzo, Peio, ecc.) era soltanto un’immensa e opaca pineta. Con il tempo queste foreste di pini lentamente scomparvero per lasciare il posto a prati, campi, frutteti man mano che la popolazione locale, crescendo in continui incrementi non spezzati nemmeno dai frequenti contagi, passava dai pochi bisogni della vita primitiva, quasi selvaggia, di biscaioli e di cacciatori a quelli più vasti dell’industria casearia e mineraria.
  • secondo altri il toponimo Pezzaze deriverebbe da Pedagium: il paese era il passaggio più ovvio tra la Val Camonica e la Val Trompia attraverso il passo San Zeno, per cui veniva pagato un pedaggio.
  • infine il toponimo Pezzaze potrebbe derivare da Peda, cioè bilancia, presente nello stemma del Comune di Pezzaze.

Frequentato da gruppi umani fin dall’età preromana, come alcuni reperti conservati al Museo OrMA attestano, Pezzaze diviene uno dei più importanti centri romani dell’alta Valle grazie anche alla cosiddetta Strada del Ferro, via di comunicazione tra le valli Trompia e Camonica, che ne attraversa il territorio.

Uno dei documenti più antichi nei quali compare il nome Pezzaze risale al 1066 riferendosi a un Diodatus da Pezzaze che muore a Montichiari in difesa di Brescia.

Anche nel 1122 compare su di un documento il nome di Pezzaze quando alcune comunità dell’alta Valle contribuiscono all’edificazione di una nuova pieve a Bovegno, centro religioso di riferimento della zona.

Nel 1318 dodici legislatori stendono, in latino, gli Statuti del Comune di Pezzaze, all’oggi, i più antichi Statuti valtrumplini ritrovati. Gli Statuti sono un insieme di norme circa il funzionamento del Comune, l’utilizzo di boschi e pascoli, la vendita di generi alimentari e la conduzione dell’attività mineraria.

Nonostante l’originale manoscritto del 1318 sia andato perduto, gli Statuti sono stati tramandati fino a noi grazie all’opera di don Giovanni Grotti che nel 1529 viene incaricato dal Comune di Pezzaze di stendere il nuovo testo degli Statuti nel quale trascrive il precedente latino con alcune aggiunte.

Nel 1426 la Valtrompia è conquistata dalla Repubblica di Venezia alla quale resterà legata fino al 1797 quando diventerà prima francese e poi austriaca fino all’Unità d’Italia.

Nel 1833, a Milano, fu arrestato Giovanni Piardi di Pezzaze, studente in medicina, accusato di essere iscritto alla Giovine Italia; condannato a morte con Gabriele Rosa, ottenne la commutazione della pena in un anno di carcere duro.

All’inizio del’500 Pezzaze contribuì alla difesa di Brescia contro l’invasione francese e un pezzazese, originario della località Canelli (Canei in dialetto locale), risulta arruolato nelle truppe venete che parteciparono alla Guerra di Cipro ovvero la guerra combattuta tra le potenze cristiane dell’occidente tra cui Venezia e il papato e l’impero ottomano.

Nel 1600 Pezzaze contava 1.600 abitanti ed era il terzo centro della valle per popolazione, ma la crisi dell’attività estrattiva e la peste del 1630 impoverì il comune. Ciononostante nei secoli successivi il territorio di Pezzaze è uno dei più ricchi dell’alta Valle e nell’‘800 vanta un tasso di analfabetismo, anche tra i più poveri (contadini e pastori), notevolmente basso (la maggior parte degli uomini che contraggono matrimonio sa fare la propria firma) che si alza però sensibilmente se si guarda alla popolazione femminile.

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