Comune di Cazzano di Tramigna ha una superficie di 12,25 Kmq. A nord confina con i Comuni di Tregnago e San Giovanni Ilarione, ad est con Montecchia di Crosara, a sud con Soave e  Colognola ai Colli, ad ovest con Illasi. La massima estensione territoriale in lunghezza, dalle Tre  Punte di Prealta (a nord di Campiano) al confine collocato oltre l’abitato di Costeggiola, a sud, è di  circa 9 Km in linea d’aria. La massima estensione in larghezza, dalla cima del Monte Bastia (488 m), ad est, al valico di San Felice (213 m), ad ovest, è di circa 3,5 Km.

Da Costeggiola a Cazzano

Percorrendo la Val Tramigna da sud, oltrepassato il paese di Soave con il suo castello e la cinta  muraria, si giunge alla frazione di Costeggiola. Il confine tra il comune soavese e quello cazzanese  divide l’abitato in due parti: sulla destra della strada provinciale 37/a “dei ciliegi” è presente il  territorio appartenente a Soave, con la chiesa parrocchiale dedicata a S. Antonio Abate ed alcune  contrade come Tamellini e Pressi; sulla sinistra il territorio del Comune di Cazzano, il quale  comprende la recente lottizzazione di via Montale e via Ungaretti, una striscia di case (alcune delle  quali risalgono ai primi del ‘900) ed una zona industriale artigianale che termina in località Do.  Oltrepassata la zona appena citata, il confine comunale segue l’andamento del fiume Tramigna. Al margine del suo corso s’incontrano via Fienil Nuovo, detta anche i Norderi, e la località Maglio.  La contrada Maglio, come Costeggiola, è divisa tra due comuni: sulla sponda sinistra del Tramigna  troviamo il territorio di Illasi, mentre sulla destra abbiamo la parte cazzanese, sulla quale sorge lo  stabile del vecchio maglio (da qui il nome della contrada), il quale fu utilizzato come segheria e  fucina per la realizzazione di attrezzi usati in agricoltura: roncole (“rengaie”), forche, badili, vanghe e “feri da segare”. La produzione continuò fino agli anni ’50 del XX secolo. Continuando a  percorrere la strada del Maglio verso est, superato il torrente della val Faella, si termina fra le  abitazioni della contrada Toresela.  Proseguendo verso nord, sulla Provinciale 37/a, si giunge alla ZAI (Zona Artigianale Industriale).  Costituita negli anni ’90, ha presente in essa il capannone e il piazzale del mercato  cerasicolo (dove ora si trova la nuova pesa pubblica), il distributore dei carburante, lo stabilimento Valtramigna della Cantina  Sociale di Soave, l’ecocentro comunale e gli stabili di altre attività artigianali e industriali,  mentre, al di là della strada, rimane in territorio di Illasi, il molino Schiavi. All’altezza del frantoio Ballarini, al bivio detto della “Curva quadrata”, si dirama, sulla destra, la  strada comunale di via Pilastro, la quale conduce al cimitero ed al campo sportivo comunale  “Emilio Steccanella”. Di fronte all’ingresso di quest’ultimo s’incontrano due strade: quella che  conduce a sud permette di raggiungere le località Calderoi, Canova, Preara, Sponde e Crearolo; se  invece si prosegue verso nord-est, risalendo così la val Faella, si potranno incontrare la Chiavica e le contrade di  Pissolo di Sotto, Pissolo di Sopra e Fontanafora.  Ritornando sulla strada provinciale e proseguendo verso il paese di Cazzano, si percorre via Molini,  così chiamata perché in passato molte attività s’insediarono lungo il corso del Tramigna per sfruttare la forza motrice dell’acqua. Alcune di queste sono ancora oggi in piena attività come il molino Schiavi, il frantoio Ballarini, il molino-oleificio Marchi ed il frantoio Contri; altre sono da anni dismesse; molin de Piccoli  a Costeggiola, il già citato Maglio, il pastificio Bertolaso, el molin de Checheto e il molin del Solfaro. All’altezza della cosiddetta “casa del Solfaro” termina via Molini ed inizia via Scudellari, forse la più caratteristica via di Cazzano, la quale si distende attraverso una strettoia delimitata ad est dalla curiosa  Coalonga , una fila di case affiancate per 120 metri dal profilo ondulato, mentre ad ovest

troviamo il molino Marchi.

Il centro di Cazzano

Superata via Scudellari, si entra nel centro di Cazzano, piazza Giacomo Matteotti. In questo slargo della strada provinciale si concentrano gran parte delle attività commerciali del Comune, la scuola materna e quella primaria, la sede municipale e la palestra comunale. Sul lato sinistro, verso ovest, all’ombra del monte dominato dalla presenza massiccia del castello  d’Illasi, troviamo la risorgiva ribattezzata “ Lago della Mora” (in onore della varietà di ciliegia originaria di Cazzano), ma conosciuta da tutti i cazzanesi come “ la Fontana”. In questo punto della valle affiorano le acque che danno origine al fiume Tramigna. La risorgiva misura circa 120 m di lunghezza (dal frantoio Contri a via Fienil Fontana) e 20 m in larghezza. Su un’isoletta composta da rocce è stata posizionata una statua, recentemente restaurata, di San Giovanni Nepomuceno, santo boemo morto affogato nella Moldava, a Praga, per non aver voluto violare il segreto confessionale (per tale motivo è patrono di tutti i confessori e delle persone in pericolo d’annegamento). Il “muretto della Fontana” presente in piazza è interrotto da un’apertura: da qui, attraverso una scalinata in pietra ” le scalette”, si arriva a pochi centimetri dal pelo dell’acqua. Il muro di contenimento ad ovest  (quello di fronte alla piazza, per intenderci) divide il “Lago della Mora” da un bacino più piccolo, ad esso comunicante, denominato “Peschiera”. Qui si abbeveravano le mucche di ritorno dal pascolo, prima di venire condotte nelle vicine stalle di via Fienil Fontana. Dalla “Peschiera” parte il cosidetto ” Fosso delle Rive”; di natura artificiale costruito attorno all’anno 1600 dai conti Peres Pompei di Illasi, ed usato per l’irrigazione, per via sotterranea passa sotto il torrente Tramignola, costeggia tutto il monte del castello d’ Illasi (nel comune omonimo), passa ad una quota altimetrica più bassa rispetto a quella della contrada di San Colombano e si ributta nel Tramigna dopo aver oltrepassato la località Cereolo, in dialetto “Seriolo”, fra il territorio illasiano e quello di Colognola. Tornando a Piazza Matteotti, va fatta notare la presenza della villa Steccanella, donata dalla famiglia Turco Steccanella agli Stimmatini. Dedicata a Bianca Steccanella, oggi è sede di una casa di riposo per anziani della fondazione O.A.S.I. di S. Bonifacio. Di fronte al municipio sorge invece la chiesa parrocchiale, dedicata al martire San Giorgio e consacrata nel 1906, con l’annesso oratorio, costruzione ottocentesca. Dalla scuola primaria all’asilo corre una doppia fila di tigli, luogo di ritrovo di generazioni di giovani del paese. Quasi tutti, bene o male, si son dati appuntamento “sotto le piante” (questa l’espressione utilizzata dai cazzanesi).

 Il Malesan e Borgo Castello

Piazza Matteotti è delimitata a nord da via Crociera, conosciuta dalla maggioranza degli abitanti di Cazzano come “ la Crosara”. Fino agli anni ’70, l’ufficio postale del paese operò in questa via (ancora oggi è visibile, murata, la storica cassetta postale in marmo). Da qui partono le  strade per il Malesan e Borgocastello, due delle quattro borgate più vetuste del paese assieme alla “Piassa” ed alla “Ila”.  Girando a destra, inizia una ripida salita. Percorsi appena dieci metri, svoltando ancora a destra, si dirama via Marchesini, dedicata al sacerdote che per ben cinquantotto anni è stato parroco di  Cazzano. Continuando per la salita si arriva al Malesan. Il borgo sembrerebbe prendere il nome dai residenti che, nei secoli scorsi, hanno abitato in questa località (Malesani, ancora oggi, è uno dei  cognomi più diffusi a Cazzano insieme a Piubelli, Zenari, Perfetto, Bonomo, Viviani e Fiorio). È ancora presente un pozzo; da qui, in direzione sud, si può percorrere la piccola circonvallazione della piazza di Cazzano. Ultimata all’inizio del 2000 e dedicata al filosofo Siro Contri, è costeggiata dalle case della nuova lottizzazione e presenta una pista ciclo-pedonale. Tornando al pozzo del Malesan, si può proseguire per la strada che passa in mezzo alle case, la quale si divide in due all’altezza di un capitello dedicato alla Madonna. Se si svolta a destra, percorsa la ripida salita della “Carabianca”, la quale s’inerpica sul monte Sarsenigo (dal latino Cercenicus, toponimo che attesta la presenza romana nella zona), si può raggiungere la località Tovi, conosciuta anche come la “casa del Galo”. Se invece si decide, al capitello, di non cambiare direzione, dopo aver costeggiato per un breve tratto il torrente Vaiolo, si raggiunge la località Cambran. Dopo aver descritto la via che conduce al Malesan, passiamo a parlare di quella che, svoltando a sinistra, prima d’immettersi in via Crociera e di lasciare piazza Matteotti, conduce ad ovest verso il Borgo Castello, nei discorsi dei cazzanesi definito come la “ Banda de là”, nome probabilmente assegnato a causa della sua posizione al di là del torrente Tromignola (gli unici agglomerati urbani ad ovest del Tromignola sono Borgo Castello e le contrade Steccanei e Bennati). Il torrente Tromignola nasce molto più a nord del territorio comunale di Cazzano. La Val Tramigna ha infatti origine nel territorio comunale di Tregnago, alle pendici del monte Belloca, sotto la contrada Rancani, precisamente in località Simonetti, nel punto di incontro dei crinali che delimitano la Val d’Alpone ad est e la Val d’Illasi ad ovest. Dopo aver percorso tutta la valle, si butta nel Tramigna dopo aver oltrepassato la zona della località Cereolo, nel territorio del Comune di Colognola ai Colli. La “Banda de là” si suddivide in tre zone: il Castel povero, la Busa ed il Borgo Castello vero e proprio. Da quest’ultimo si snoda la vecchia strada comunale, denominata “Costa vecia”, un tempo principale via di collegamento con Illasi.

La “Ila”

Ritornando alla Crosara, proseguiamo verso nord. Qui inizia la via principale del paese, quella più  popolata: la Villa, conosciuta anche come  “Ila”. Il suo nome è molto utilizzato nei modi di dire dei cazzanesi; per esempio ne citiamo tre: “nemo su par la Ila” (andiamo su per la Villa), “el sta insima alla Ila” (abita nella parte alta della Villa) e “ghe tocà fare tuta la Ila de corsa” (ha dovuto fare tutta la Villa di corsa). Mitiche furono le sfide di calcio, negli anni ’70-’80, fra la rappresentativa della “Ila” contro quella della “Piassa”, nonché quelle a tiro alla fune negli anni ’90 durante la sagretta di San Giorgio. La “Ila” si divide, per denominazione, in due vie distinte: via Legnaghi Corradini e via Don Minzoni. La prima, dedicata a famiglie benefattrici di Cazzano, inizia alla “Crosara” e termina all’altezza della Cantina Bennati. Sul suo lato destro si dipartono tre vie minori: vicolo Gorghello,detto anche “cantarane” in quanto zona di ristagno dell’acqua dopo le esondazioni del torrente Tromignola (prima che venissero costruiti gli argini di contenimento dell’alveo intorno al 1930), vicolo Corbiolo e via Sottoriva. Sul lato sinistro s’incontrano via Maria Steccanella, dedicata alla professoressa e poetessa cazzanese, e via degli Alpini (con annessa via Onilda Spiazzi, uccisa nel 1944 dai repubblichini per non aver rivelato dove si fosse nascosto il figlio disertore). Sempre sulla sinistra si trova la Corte Pitora, fino agli anni ’60 del ‘900 sede della balera del paese. In Via Legnaghi Corradini si trovano anche altre abitazioni e corti distinte dagli abitanti con i nomi caratteristici tramandati di generazione in generazione: villa e brolo Bonioli (abitazione di proprietà della famiglia di affermati avvocati Mezzari e Bonioli), la “ casa delle None” (vi abitavano tre sorelle, il cui padre farmacista si chiamava Annone, la corte de “ Sotto i porteghi” (nome che segnala la presenza di un porticato), la  Colombara (alta e stretta costruzione che si erge sopra l’attuale entrata degli uffici della sede della Cantina Contri Spumanti). All’altezza di Corte Bonioli, complesso residenziale sorto recentemente sull’area delle ex cantine Bonioli, inizia via Don Minzoni, dedicata al parroco di Argenta morto per mano di squadristi fascisti, la quale finisce al ponte della strada provinciale 37/a, ai Bennati, cento metri prima dell’inizio della salita della Costa nuova per Illasi e adiacente alla strada comunale che da lì parte verso Campiano. Dopo Corte Bonioli, in una piccola via laterale sulla destra, si trova Villa Tretti, mentre sulla sinistra si costeggia il muro di confine con il brolo Castelli, il quale prosegue fino al portone d’accesso della corte omonima, detta anche corte dei Viola. Dopo il pozzo presente sulla sinistra, la strada inizia a salire. Sul lato destro troviamo l’inizio di via Riva, strada che conduce alla chiesetta romanica di San Pietro (XII-XIII sec.), in località Brian, la quale è attestata nel XII secolo come Brilano (con presenza di appezzamenti di terra posseduti dal Capitolo della Cattedrale di Verona e dal monastero di S. Maria della Vangadizza). Proseguendo oltre si giunge alla località Monti, la quale unisce tre agglomerati di abitazioni ben divisi tra di loro: Dino, Marsiglio (dove si trova il capitello della B.V. Maria di Fatima e le vecchie scuole, ora sala comunale “Stanislao Bertolaso), e Soraigo. Sulla strada di campagna che unisce i Monti con Campiano si trovano anche le località Maronaro,Loppio e Grume; prima di Soraigo, invece, sotto il monte Bastia (488 m), la strada principale scende verso Montecchia di Crosara, attraversando la contrada monscledense dei Tolotti. Ritornando in via Don Minzoni, al temine della salitella e delle abitazioni, si può svoltare, uscendo dalla provinciale, a sinistra e, dopo aver superato il ponte sulla Tramignola, raggiungere la contrada Steccanei, nella cui corte principale si trova un bellissimo e curato pozzo, inoltre sulla facciata di una delle abitazioni si può osservare un’orologio solare a tema tipicamente agreste. Da questa contrada partiva un sentiero pedonale che arrivava a San Felice chiamato “Scaissasenoci” (in italiano spezza ginocchia). Solo dal nome si può intuire quanto fosse ripido ed impegnativo, seppur estremamente breve e veloce.

Le contrade a nord di Cazzano

Se si prosegue sulla strada provinciale 37/a, si può passare sul ponte detto “dei Bennati” e raggiungere l’omonima contrada. Le costruzioni sono tutte a ridosso della stretta via che le costeggia, intervallate da piccole corti divise da angusti passaggi e saliscendi. Uno di questi è detto il “buso dei Benati”.  Dai Bennati inizia la strada della “Costa vecia dei Urbani”, il cui nome deriva dai proprietari dell’abitazione che s’incontra a circa metà della salita. Alcuni abitanti ricordano che un tempo questa strada veniva chiamata “Costa del Bigoleto”, in quanto era il soprannome della famiglia che abitava la stessa abitazione prima della vendita agli Urbani. Sulla curva prima della casa, all’incrocio con la strada “Seresina”, sorge il più grande capitello presente nel territorio cazzanese. Al termine della strada che attraversa la contrada Bennati, si può oltrepassare la Tramignola grazie ad un ponte e prendere la strada comunale per Campiano.La prima contrada che s’incontra è quella dei Caliari. Nel ‘700, per volontà del canonico Giuliari, è stata costruita una chiesetta in onore della Madonna.  Poco sopra la località Caliari, sul pendio del monte, si vedono le case della località Gazzi, conosciuta dai cazzanesi come “ i Gadi”, mentre, poco più a sud, si trovano le strade di campagna che portano alla località Mole ed alle zone della ” val de la Bra”, dei Dui e delle Rugolane. Proseguendo verso Campiano troviamo l’inizio della strada “Seresina”, usata dagli abitanti della frazione e delle contrade della zona come scorciatoia che collegava alla Costa degli Urbani, permettendo così di raggiungere Illasi in minor tempo attraversando il valico di San Felice, dove si trova il Santuario del Crocifisso, risalente al IX-X secolo. La prossima contrada che s’incontra per la strada è quella dei Castagni. Nei dintorni si trova un luogo conosciuto dai cazzanesi come la “Fontanella dei Castagni”, oggi chiamata anche il “Coppo” (in italiano tegola; denominata così perché il “coppo” è l’ultima parte del percorso compiuto dall’acqua che sgorga dal monte prima di tuffarsi nella vasca sottostante), una sorgente d’acqua che, a memoria d’uomo, non si è mai prosciugata nemmeno nei periodi di siccità più persistenti. Svoltando a destra del capitello sulla strada, dopo una salita tosta, si raggiunge la località Iselle, conosciuta anche come “ i Volpi”. Se dopo le case si prosegue per la strada di campagna, si può raggiungere la piana di Loppio sotto le  antenne così, popolarmente, sono stati rinominati i due ripetitori televisivi del monte Mirabello (562 m).  Ritorniamo al capitello sulla strada per Campiano. Proseguiamo fino ad arrivare alle curve dei “Sengi”, in fondo alla val de Paron. Da qui si dirama, sulla sinistra, la strada che porta alla contrada Cadalora, nel comune di Illasi, dove si possono ancora vedere le tracce del condotto-acquedotto Peres-Pompei. Andando oltre la Cadalora ci si può recare ad Arano di Cellore o San Felice. Superata la doppia curva ” dei Sengi”, si giunge alla contrada Panizzolo, per i cazzanesi “ i Panisoi”, mentre, 500 metri dopo, ci si imbatte nella contrada Figarolo, meglio conosciuta come “ i Figaroi”. Già nel 1160 è attestata una località a nord dei Castagni denominata Figaro. Il toponimo potrebbe derivare dalla pianta del fico (origine romana).Dopo la contrada Figarolo la strada diventa pianeggiante per circa 300 metri fino al passaggio della val de Caian  ai margini del bosco della Gadà, quindi ricomincia costantemente a salire per 3 Km circa fino a Campiano.La prima strada che incontriamo sulla sinistra porta alla località Cengelle, le “ Sengelle”, nucleo di case arroccate sopra una cengia (in dialetto sengio; da qui deriva il nome della contrada) di rocce vulcaniche a picco sulla val de Caian (a sud) e sulla Tromignola (ad ovest). Una lunga curva a destra, nella quale è presente un capitello dedicato alla Madonna, anticipa la contrada Roito, conosciuta anche come “ i Taioi”. In un campo detto “Crosare”, nei pressi di Roito, durante l’aratura, i proprietari ritrovarono, nel 1926, un sepolcro d’epoca romana. La tomba conteneva tre scheletri che furono portati nell’ossario del cimitero di Campiano, mentre le suppellettili funerarie furono consegnate al museo archeologico di Verona. La pietra che chiudeva il sepolcro, detta dagli abitanti di Campiano “la piera dei morti”, fu impiantata sul ciglio della strada dove rimase fino a qualche decennio fa, quando anch’essa venne portata al museo archeologico.L’epigrafe è databile al I o II secolo d.C. e riguarda probabilmente una famiglia di liberti, cioè schiavi romani diventati liberi. Il ritrovamento nel campo “Crosare” è testimonianza della presenza romana nella zona.  Da Roito si dirama, sulla sinistra, la piccola strada di campagna pianeggiante che conduce alla contrada Zandonà, conosciuta anche con il nome de “ i Barcaroi”.

Campiano

Percorso l’ultimo tratto di strada con tornanti, si raggiungere la frazione di Campiano (427 m).Prima di entrare in paese, sulla destra s’incontrano la strada che conduce al piccolo cimitero e l’edificio delle vecchie scuole elementari (ora adibito a sala civica). Entrati nell’abitato, svoltando nella prima via a sinistra, si raggiunge la chiesa ottocentesca dedicata a San Bernardo, Abate di Chiaravalle e Dottore della Chiesa. Dal piazzale, circondato dai cipressi, si gode, nelle giornate più serene, un panorama mozzafiato che spazia fino agli Appennini. Nella frazione si possono vedere vari capitelli, segno della fede popolare, ed una casa padronale molto particolare, con una torre colombaia esagonale chiamata dagli abitanti “el Palazzo”. Da Campiano si snodano numerose strade di collegamento alle contrade vicine. La prima è la vecchia strada per i Finetti, frazione del comune di Tregnago; sul suo percorso s’incontrano le contrade Origano, Antane e Catazzi (solo la prima è nel comune cazzanese, le altre in quello di Tregnago). Poi abbiamo la nuova strada asfaltata, soprannominata strada Aureliana in onore del suo ideatore ed esecutore, la quale collega Campiano ai Finetti ed a Cattignano (Comune di San Giovanni Ilarione); sul suo percorso troviamo le località Murareto e Pian de Cologna, quest’ultima al confine con il comune di Tregnago. Infine s’incontrano le direttrici che portano alle Tre Punte di Prealta (688 m), il punto più a nord del territorio comunale di Cazzano, mentre una strada più pianeggiante che si dirige verso est conduce alla contrada Caltrano, dalla quale si possono poi raggiungere le zone di Grume, Loppio ed i Monti.

 

Descrizioni ed informazioni a cura di Luca Fiorio.

 

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