Partiamo con un salto nel tempo

Ventimila anni fa: siamo nel pieno dell’ultimo periodo glaciale. Ivrea e i suoi dintorni erano invasi dal ghiacciaio della Dora Baltea che correva dalle pendici del Monte Bianco attraverso tutta la Val d’Aosta. Il lobo terminale di questa poderosa colata di ghiaccio si arrestava nel pressi di Viverone.
Incredibile: siamo a centoventi chilometri dal Monte Bianco. Un fiume ghiacciato che ha modellato il paesaggio della Val d’Aosta e del Canavese, dando origine ad un contesto geologico unico nel suo genere: l’anfiteatro morenico di Ivrea.

Un ambiente incredibile e difficile da immaginare, che oggi possiamo osservare a piccolissima scala risalendo in quota fino ai ghiacciai delle vicine valli del Lys e Valle d’Ayas.
Ecco chi ha creato il lago di Viverone: un ghiacciaio di cui possiamo solo più leggere le tracce nel paesaggio. Questa origine accomuna molti laghi della provincia di Torino. Il Lago di Candia e i Cinque Laghi di Ivrea si sono formati per azione del ghiacciaio della Dora Baltea che da una parte erodeva e scavava e dall’altra accumulava rocce e sedimenti innalzando intere colline, tra cui la spettacolare Serra di Ivrea (morena laterale sinistra del ghiacciaio balteo) che si estende con le sue propaggini fino al lago di Viverone.

Saliamo sulla macchina del tempo e torniamo ai giorni nostri. Le colline moreniche oggi ospitano boschi e vigne e il Lago di Viverone, alimentato da acque sotterranee, è un punto di riferimento per il turismo piemontese.

Per estensione è il terzo lago del Piemonte dopo Lago Maggiore e Lago d’Orta.

Le sue sponde hanno una doppia faccia, quella nord-orientale più prettamente turistica e mondana, con bar, ristoranti, alberghi e le passeggiate lungo lago di Anzasco e Viverone accessibili a tutti. In questa zona troviamo anche i circoli nautici, scuole di sci nautico e wakeboard, campeggi e lidi estivi che si affacciano sul lago.
La sponda occidentale è la seconda anima del lago di Viverone. E’ naturale, ricca di vegetazione e fauna selvatica, a tratti paludosa: un paradiso per il birdwatching. In quest’area è stato scoperto un sito palafitticolo preistorico, tra Viverone e Azeglio, che testimonia l’esistenza di un insediamento dell’età del Bronzo con un villaggio di palafitte e una comunità che viveva sulle sponde del lago circa tremilacinquecento anni fa.

Al Centro di Documentazione del Lago di Viverone, nei pressi del municipio, si può visitare un piccolo museo che ripercorre storia e testimonianze di questa importante scoperta archeologica, che rientra tra i siti tutelati dall’UNESCO.
Non essendo possibile individuare dal lago le tracce del villaggio originale nel comune di Azeglio sono state ricostruite delle palafitte sulle sponde del lago, una suggestiva ricostruzione storica che si può raggiungere a piedi dalla località Boscarina oppure via acqua, approdando alle palafitte come avrebbe fatto un uomo preistorico sulle sue piroghe.
Prendendo spunto dalle piroghe preistoriche parliamo dell’acqua del lago. Il lago di Viverone è balneabile ed è costantemente monitorato dall’ARPA Piemonte che emette un bollettino di balneazione da aprile a settembre per tutti i laghi balneabili della regione.

C’è una ancestrale repulsione nei confronti delle acque dei laghi ma mettendo da parte luoghi comuni e leggende metropolitane (forti correnti, mulinelli che risucchiano persone etc etc) le acque del lago di Viverone si prestano perfettamente al nuoto in acque libere, agli sport di pagaia come canoa, kayak, stand up paddle (SUP). Grazie al SUP, una tavola da surf di grandi dimensioni su cui si pagaia in piedi, ho scoperto le acque del lago nel periodo meno frequentato dai turisti. Spesso mi fanno compagnia i nostri due Labrador, che adorano navigare sulle acque tranquille del lago. Fuori stagione Viverone si trasforma in un’oasi di pace da scoprire a colpi di pagaia.
La fascia costiera del lago delimitata dalle boe gialle è sempre riservata alla balneazione, alla navigazione a remi e a vela e ai pescatori. La navigazione da diporto a motore è vietata dal 2 novembre al 31 maggio per la salvaguardia dell’avifauna locale, quindi dall’autunno alla primavera l’attività sportiva sul lago rimane riservata a chi può navigare mettendoci un po’ di fatica, ma anche altrettanta soddisfazione, senza i rischi legati al traffico nautico.

Per curiosità: il perimetro del lago seguendo le boe gialle della zona balneabile è di circa nove chilometri. La profondità massima del lago supera di poco i cinquanta metri.

Viverone ovviamente è anche molto altro, è zona di vigneti e vini DOC (Erbaluce e Canavese), di itinerari enogastronomici, è zona di escursionismo e cicloturismo, di Via Francigena

Il mio invito è passare da un lago-cornice ad un lago vissuto, ad entrare a contatto con l’elemento acqua. Non ne rimarrete delusi.

Articolo scitto da Andrea Varetto