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Nuovo ponte sul Piave: il progetto vincitore è 'straniero', parla spagnolo

Entro la fine del 2023, su quello che noi italiani chiamiamo il "Fiume Sacro alla Patria" sorgerà un ponte che parla spagnolo.

Entro la fine del 2023, su quello che noi italiani chiamiamo il "Fiume Sacro alla Patria" sorgerà un ponte che parla spagnolo.
Un vecchio inno italiano nei versi così recitava: «Il Piave mormorò: "Non passa lo straniero!"». 
Ebbene, sono passati più di 100 anni e qualcosa nella storia è cambiato...

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Il progetto del nuovo ponte sul Piave - destinato a sostituire in via definitiva il ponte bailey di Lambioi - è un progetto di altissima qualità architettonica, ottenuto grazie allo strumento del concorso di progettazione aperto in due gradi.
Pochi giorni fa è stata confermata la graduatoria provvisoria che già lo scorso 14 maggio aveva visto riconosciuto come miglior progetto (punteggio complessivo di 78/100) quello elaborato dal raggruppamento temporaneo di progettisti costituito da Fhecor Ingenieros Consultores e l'Estudio de Arquitectura Campo Baeza.
Orgoglio a parte, ecco il progetto del nuovo Ponte sul Piave nella zona di Lambioi nel comune di Belluno.

Ecco perché sul Piave ha vinto un progetto spagnolo

La Commissione Giudicatrice – si legge come motivazione del riconoscimento – ha apprezzato la proposta progettuale per la capacità di sintesi tra soluzione strutturale e forma architettonica in relazione al paesaggio. Si è ritenuta positiva la scelta di attraversare il fiume senza elementi in alveo, aspetto che garantisce sicurezza idraulica. Positivo il lavoro di interpretazione e di ridisegno delle sponde capace di potenziare i sistemi connettivi tra il fiume e la città, elementi sui quali il progetto dovrà garantire un approfondimento in fase esecutiva”.

I numeri del concorso di progettazione per il nuovo ponte sul Piave

Venticinque sono stati i progetti presentati per il concorso aperto in due gradi bandito dal Comune di Belluno.

Dalla pubblicazione del bando di concorso di progettazione a metà dicembre 2019, sono stati due i mesi a disposizione per eleborare una proposta progettuale con un livello di approfondimento pari a quello di un "Progetto di fattibilità tecnica ed economica”.

Quattro, invece, i mesi per espletare tutte le procedure e proclamare ufficialmente il vincitore a cui, previo reperimento delle risorse economiche necessarie, affidare, con procedura negoziata senza bando, le fasi successive della progettazione e della direzione dei lavori e del coordinamento per la sicurezza.

Uno solo dei progetti presentati non è stato ammesso al 1° grado perchè mancava un eleborato progettuale.

Due le presenze straniere totali registrate. Oltre alla proposta elaborata dai professionisti spagnoli, anche un progetto presentato da un raggruppamento all'interno del quale erano presenti un architetto e uno studio di ingegneria d'oltreoceano (Pennsylvania, USA).

Dall'Italia, seppur non trionfante sul 'fronte progettuale', significativa è stata la presenza di studi e professionisti veneti. Non sono mancate proposte dalla Campania, dalla Sardegna, dalla Toscana, dal Lazio, dall'Abruzzo e dalla Lombardia. Una sola la proposta presentata interamente “Made in Belluno”, un progetto che però si è classificato quarto in graduatoria.

90 mila euro circa è il valore dei premi assegnati ai 5 migliori progetti

Premio per il 1° classificato: € 63.050,27
Premio per il 2° classificato: € 11.021,54
Premio per il 3° classificato: € 8.000,00
Premio per il 4° e 5° classificato: € 4.000,00

Tutti importi al netto di oneri previdenziali ed I.V.A.

Il progetto del nuovo ponte sul Piave

«Si tratta di costruire il ponte più bello del Mondo, e di rivitalizzarne il contesto per offrire alla città un'area urbana che, oltre ad essere bella, sia anche utile. Il progetto del nuovo Ponte sul Piave, con i suoi accessi, costituisce una grande sfida da diversi punti di vista»: così descrivono il loro lavoro i professionisti spagnoli nella premessa della relazione illustrativa del progetto (vedi allegato).

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«È un grande onore e una grande responsabilità, abbiamo fatto grandi sforzi per trovare soluzioni adatte alla specificità della città e dell'area» commentano José Romo Martin, ingegnere legale rappresentante di FHECOR, Alberto Campo Baeza, architetto e fondatore di Estudio Campo Baeza, e Leonardo Todisco, ingegnere di FHECOR

Il nuovo ponte sorgerà a una distanza minima dal bailey già esistente, così da minimizzare le modifiche da apportare alla viabilità e da mantenere inalterato il traffico durante la costruzione, mantenendo allo stesso tempo un'adeguata distanza dal «nobile e monumentale» Ponte della Vittoria: «Solo una volta completato il nuovo ponte, si procederà alla rimozione del bailey», spiega ing. Todisco.

Il nuovo ponte sarà «rispettoso del contesto storico e naturale», senza elementi vistosi o interferenze con l'alveo del fiume; una struttura che però non vuole passare inosservata, con un unico appoggio inclinato e architettonicamente all'avanguardia.

Il ponte in calcestruzzo, 105 metri di luce e un impalcato ampio 14 metri, sarà dotato di due marciapiedi; quello sul lato destro, più ampio, sarà aperto anche al transito ciclabile, mentre sull'altro versante potranno circolare solamente i pedoni.

L'illuminazione del ponte sarà garantita da fasci di luce LED continui, situati nelle anime laterali e nelle barriere per garantire un'adeguata illuminazione tanto della carreggiata quanto dei marciapiedi.

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Sulla sponda destra del Piave, ci si propone di realizzare un percorso che unisca il Ponte della Vittoria al parcheggio di Lambioi, mentre sulla sponda sinistra si creerà una nuova zona di sosta, connessa con il Ponte della Vittoria e con la spiaggia di ghiaia anche con la costruzione di una scala di accesso e di un punto belvedere, creando così una «zona giardini non inondabile».

Lo scopo è quello di riqualificare anche queste due aree, permettendo loro di diventare parte integrante e viva della città.

Importanza di un ponte sul Piave nella zona di Lambioi

A ricostruire la storia e l'importanza di un ponte sul Piave nella zona di Lambioi è l'assessore ai lavori pubblici Biagio Giannone: «L'attuale ponte bailey si è rivelato un’importante infrastruttura che, pur nascendo come realtà provvisoria durante la ristrutturazione del ponte degli Alpini - l'anno di riferimento di costruzione del bailey è il 2007 - negli anni ha evidenziato la sua strategicità per la connessione con il Castionese e la Sinistra Piave: nell’ottobre 2018, la tempesta Vaia ha fatto comprendere e confermato questa importanza, evidenziando quanto indispensabile sia questa infrastruttura non solo per la città, ma anche per tutta la mobilità Provinciale».

«La necessità di un nuovo Ponte sul Piave era un evidente bisogno che già prima della tempesta Vaia avevamo compreso ed evidenziato, ad esempio con la richiesta nel 2018 di una proroga al 2023 del ponte bailey proprio in attesa di giungere a questa soluzione. - continua Giannone – Ora arriviamo a questo importante passaggio, grazie anche alla collaborazione con la Regione Veneto che ha compreso la strategicità e la necessità dell’opera».

Genio militare e civile: cos'è un ponte bailey?

Di origine militare, il ponte Bailey è una tipologia di ponte che prende il nome dal suo ideatore l'ingegnere britannico Donald Bailey. Caratteristica peculiare di questa tipologia di ponte è la grande velocità di montaggio e smontaggio della struttura perchè realizzata con elementi modulari, in genere travi reticolari in acciaio ed impalcati con assi di legno. Utilizzato dal Genio civile principalmente come opera provvisoria.

«Quando nel 2007 è stato costruito il ponte bailey, dopo tanto tempo un secondo collegamento sul Piave dal crollo del ponte Vecchio nel 1917, la trasformazione fu talmente efficace e funzionale che vennero risolti tutti i problemi di viabilità che il Ponte della Vittoria, da solo, non era in grado di risolvere. - evidenzia Fabiola De Battista, presidente provinciale dell'Ordine degli Architetti - Questo cambiamento, diventato così essenziale nella vita di tutti i giorni, ci ha però portati a non vedere cosa quel ponte significava per il Piave, per la città, per i bellunesi e per i turisti: un’importante porta urbana come questa ha finito per essere un ponte provvisorio, formalmente non adeguato alla bellezza del paesaggio che lo ospitava. Oggi un’opera di spessore architettonico elevato come quella che ha vinto questo concorso riuscirà a sviluppare, in tutto il versante di Belluno che guarda verso il Piave, un punto di riferimento per chi a Belluno ci arriva e per chi ci vive, aggiungendo valore all’immagine della città. Il nuovo ponte impreziosirà le viste sulla città e sulla particolare morfologia del Piave, rivitalizzando un’intera area dal punto di vista sociale, economico, ma soprattutto quotidiano».

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Il futuro del progetto del nuovo ponte sul Piave: costi stimati e finanziamenti ottenuti

Entro il 30 settembre, dovrà essere formalizzato l'incarico ai progettisti spagnoli per la redazione del progetto esecutivo definitivo.
La data di fine settembre è vincolata alle tempistiche indicate dalle norme per l'accesso ai fondi statali per la ricostruzione post Vaia.

Come riportato nel bando di concorso, il costo stimato per la realizzazione dell'opera, comprensivo degli oneri della sicurezza, è di € 4.000.000 al netto di I.V.A.. Tuttavia, nella nota stampa diffusa del Comune di Belluno si legge che "in attesa del progetto esecutivo, il costo stimato del progetto complessivo è di 5,6 milioni di euro". Una cifra ben superiore a quella prevista dal bando, ma quasi certamente perchè comprensiva di premi, oneri e I.V.A.

"Le risorse - prosegue la nota del Comune di Belluno - verranno ricercate nei fondi “post Vaia”, con la speranza di avere l'opera completa per la fine del 2023, quando cioè scade l'attuale proroga per il ponte bailey".

Fondi statali “post Vaia”: cosa sono?

Dal 26 al 30 ottobre 2018 un'eccezzionale ondata di maltempo devastò i territori montani del nord-est Italia. L'ingente perturbazione, chiamata tempesta Vaia, colpì duramente la Regione Veneto. La regione, infatti, subì i danni maggiori valutati in 1 miliardo e 769 milioni di euro. Ad inizio dicembre 2019 il governatore Luca Zaia annuciò alla stampa l'erogazione e l'arrivo nelle casse della Regione del Veneto di oltre 68 mln di euro stanziati dal Parlamento Europeo. Capitale liquido proveniente dal Fondo Europeo di Solidarietà e destinato al Veneto per far fronte ai danni causati dalla tempesta. Come annunciò il governatore Zaia, una parte di questi finanziamenti è destinata a ricostruire i ponti danneggiati da Vaia, mentre buona parte dei fondi sarà destinata per gli interventi di messa in sicurezza dei fiumi nella parte montana, in particolare su Piave e Cordevole, oltre ad opere significative lungo i torrenti Ansiei e Maè.

Nuovo ponte sul Piave: il commento del Sindaco di Belluno

«C'è grande soddisfazione per questo risultato di grande prospettiva per la città. - commenta il Sindaco di Belluno, Jacopo MassaroCi sono due aspetti politici che tengo a sottolineare: da un lato, la grande collaborazione tra Comune di Belluno e Regione Veneto, che ha portato all'inserimento della progettazione del nuovo ponte sul Piave tra le opere strategiche di resilienza di protezione civile. Questo ha portato a un finanziamento regionale che, unito a quello comunale, ha consentito di arrivare alla progettazione, necessaria e fondamentale, e mi auguro che questa collaborazione continui poi anche con l'inserimento della realizzazione di quest'opera tra i progetti da inserire, da parte della Regione, nella progettazione post Vaia, per la quale sono a disposizione dei fondi statali».

«Il secondo aspetto – continua Massaro – è l'essere riusciti ad abbinare a una progettazione di altissimo livello, già raggiunta per altre opere di rigenerazione urbana come la scuola Gabelli o il Piazzale della Stazione, la riqualificazione dell'asta del Piave, uno dei punti fermi di questa amministrazione. Nel 2012, quando ci insediammo, ci impegnammo a portare avanti il progetto Reti Ecologiche, che comportò diversi interventi, dalle Fontane di Nogarè al Parco Fluviale di Lambioi; con questo intervento andiamo a intervenire sul Piave, sulla sponda opposta al Parco, creando anche le premesse per un'eccezionale riqualificazione del collegamento tra i comuni di Belluno e Limana».