La polemica sul decreto sicurezza non si placa. Dopo la rivolta dei sindaci e il botta e risposta con il ministro Salvini oggi scende in campo anche l’ex presidente della Cei, il cardinale Bagnasco. «Penso che nessuno voglia essere sovversivo, ma ci sono problemi che richiedono giudizi di coscienza» dice. I sindaci «dovranno prendere le loro decisioni, verificarle ai livelli giusti. L’obiezione di coscienza è un principio riconosciuto. Ognuno prenderà le proprie decisioni, nel rispetto naturale dell’ordinamento». Il decreto è lesivo dei diritti umani? «Mi interessa che chi ha un bisogno vero possa trovare un aiuto». «Ci sono delle persone che, in modo onesto e serio, chiedono aiuto perché fuggono da situazioni disperate», ha aggiunto il cardinale. Bagnasco ha ricordato l’esempio del Campus di Genova Coronata che «grazie a chi lo guida, don Giacomo Martino e i suoi collaboratori, ritengo che sia un buon esempio, un esempio virtuoso di integrazione, perché l’integrazione non è una parola generica, c’è un percorso preciso fatto di borse lavoro, di insegnamento di mestieri, di tirocini. È un esempio a cui ispirarci». Il sindaco di Genova, Marco Bucci, dovrebbe fare obiezione di coscienza?. «Essendo una cosa personale, bisogna che ognuno pensi a quello che ritiene, ripeto, all’interno dell’ordinamento generale», ha risposto Bagnasco.

Smentita la visita della Digos a Palermo
Smentita invece da Questura, Comune e dal ministro Salvini la visita di uomini della Digos che si sarebbero presentati questa mattina negli uffici Anagrafe di Palermo. Una “visita” (mai avvenuta) che è stata annunciata e poi smentita dopo l’annuncio del sindaco di Palermo Leoluca Orlando di sospendere l’applicazione del decreto Salvini. Il dirigente del servizio, Maurizio Pedicone, giovedì aveva chiesto ai funzionari e agli addetti di seguire la disposizione del sindaco Leoluca Orlando. Da oggi sono riprese le prenotazioni per chiedere la residenza e la carta di identità per i migranti richiedenti asilo e i titolari di permessi di soggiorno per motivi umanitari, che secondo la legge approvata lo scorso autunno non sono più rinnovabili.

Il Piemonte pensa a un ricorso alla Consulta sul decreto
La Regione Piemonte sta valutando la possibilità di fare ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto Sicurezza del Governo. Lo annuncia l’assessora all’Immigrazione della Giunta Chiamparino, Monica Cerutti. «In accordo con il presidente Sergio Chiamparino e in seguito all’ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale il 18 dicembre scorso - spiega Cerutti - stiamo valutando se sussistano i fondamenti giuridici per un ricorso alla Corte Costituzionale. Auspichiamo che altre Regioni possano condividere questa azione». «Tale decreto - aggiunge l’assessora regionale - risulta anche in totale contrasto con la nostra legge regionale del 2016 contro tutte le discriminazioni, che applica invece i principi costituzionali». «La Regione Piemonte - rimarca Monica Cerutti - ha istituito un tavolo di crisi con l’Anci regionale per valutare l’impatto del decreto Sicurezza, ora legge sul proprio territorio. Nell’ultima riunione del 21 dicembre è emersa anche la necessità di un confronto allargato con le prefetture. A questo scopo stiamo raccogliendo le concrete preoccupazioni di molte amministrazioni comunali, indipendentemente dal colore politico».

Palermo scende in piazza
Non ci sono bandiere ma solo uno striscione: «Palermo per accoglienza e solidarietà». Nonostante il freddo e la pioggia i partecipanti al sit-in, nato spontaneamente sui social, hanno invaso in maniera pacifica piazza Pretoria, nel capoluogo siciliano, davanti al municipio. Centinaia di persone che sotto la pioggia si sono ritrovate per dare sostegno al sindaco Leoluca Orlando (in piazza con i manifestanti) e alla sua decisione di sospendere l’applicazione del decreto sicurezza. Davanti a palazzo delle Aquile si vedono ragazzi di varie associazioni, dirigenti sindacali, cittadini. A un angolo della piazza anche alcuni immigrati che vengono soprattutto da paesi africani. Ma anche due ragazzi ecuadoregni che vivono e studiano a Palermo.

Tra loro esponenti del terzo settore, associazioni tra cui Legambiente, Anpi, la Cgil, ma anche gruppi studenteschi, e semplici cittadini. Presente anche Luca Casarini tra i promotori di “Mediterranea e della Mare Jonio” che quest’estate ha preso il mare per soccorrere i migranti e tra i firmatari dell’appello lanciato sui social in favore del primo cittadino. «Dobbiamo scegliere da che parte stare - afferma Casarini - siamo in presenza di una deriva pericolosa anche dal punto di vista della sicurezza. Il tema di oggi è anche disvelare la grande balla che Salvini e questo governo utilizza. Questo è un decreto insicurezza che produce clandestini, riduce il livello di convivenza possibile civile e legale nel Paese, e ingrossa le fila della criminalità organizzata».

Leoluca Orlando: “Il porto di Palermo è aperto e accoglie i migranti”

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, è stato accolto da un lungo applauso. «Al nervosismo del ministro Salvini, rispondo che io ho esercitato le mie funzioni di sindaco e ho sospeso l’applicazione di norme di esclusiva competenza comunale che potevano pregiudicare i diritti umani dei migranti che sono persone», ha detto. Orlando ha attaccato anche il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli che ha contestato la protesta dei sindaci: “Il porto di Palermo è aperto e accoglie i migranti, dico al ministro Toninelli di smetterla di fare il pupo nelle mani dell’eversivo Salvini”.

L’omelia dell’arcivescovo di Palermo: “No a decreti disumani”

«Tu, Gesù, sei stato il primo profugo dell’era cristiana. Aiutaci ad aiutare ogni uomo che chiede accoglienza». L’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, dedica un passaggio della sua omelia al tema dell’inclusione. Lo fa durante la messa che celebra a palazzo delle Aquile mentre, davanti al Comune, centinaia di persone partecipano al sit di sostegno al sindaco che annuncia la sospensione del decreto sicurezza. «Rendici capaci - aggiunge l’arcivescovo rivolgendosi a Cristo - di preparare il vero presepe, di aprire le nostre strutture e le nostre famiglie. Fai in modo che che non ci accada di rimanere in silenzio dinnanzi ai “dis”-umani decreti che aggravano la sofferenza di chi è vessato dalla povertà e dalla guerra».

I commenti dei lettori