BORGO TICINO – Borgo Ticino è sospesa e non si agita. Aspetta di ricevere notizie ufficiali senza farsi prendere dal panico, confortata da tutti i riscontri che non preoccupano: se anche la famiglia fosse stata contagiata dal Coronavirus, la sua carica virale sarebbe comunque bassa e i contatti in paese limitati. Da mercoledì sera papà e mamma residenti, di 44 anni, e il loro figlio, di 6, sono ricoverati in isolamento nel reparto Malattie infettive dell'ospedale Maggiore di Novara. Stanno bene e hanno solo sintomi da influenza. Il primo tampone aveva dato esito positivo, ma per il responso definitivo serve attendere l’analisi dell’istituto Spallanzani di Roma. In molti casi il risultato è stato ribaltato. L’uomo è dipendente della stessa impresa del Vigevanese dove lavora una persona contagiata. Anche la donna frequenta quella zona della Lombardia, dove va a scuola il loro bimbo.

«Alcuni residenti ci hanno chiesto se erano stati al Carnevale organizzato domenica a Borgo Ticino - osserva il sindaco Alessandro Marchese -. No, non c’erano. Abbiamo verificato e ripetiamo a tutti di stare tranquilli. La vita va avanti come prima. Non c’è motivo per essere allarmati». Giovedì sera il primo cittadino aveva iniziato a distribuire volantini che riassumevano la situazione, citando i primi tre casi sospetti. Aveva anche condiviso sulla pagina Facebook del Comune un paio di video in cui ribadiva l’approccio prudente e rasserenante. Ieri ha poi stampato decine di copie del decalogo diffuso dal ministero della Salute e dall’istituto superiore di Sanità per prevenire il contagio: le raccomandazioni sono state consegnate agli anziani nelle piazze, all’uscita dal supermercato e nelle frazioni. «Tanti - dice - mi hanno chiamato per sapere come comportarsi, ma senza farsi travolgere dall’ansia».

In località Campagnola i residenti hanno ricevuto il manifesto nel tardo pomeriggio. «No, non siamo preoccupati - assicura Luciana Longo, che abita nella zona -. Di cosa dovremmo esserlo? Basta prestare attenzione». «Vero» annuisce il sindaco. «Piuttosto - riprende la donna - è stato assurdo vedere nei giorni scorsi gli scaffali vuoti del supermercato». Per Carla Abruzzese, un’altra residente, «il vero problema è che i nostri negozi rischiano di pagare il peso di questa storia». Conseguenze particolari su alcuni comportamenti delle persone sono state notate anche da Antonio Marchesano, che a Borgo Ticino lavora come medico di base: «Può sembrare strano, ma in questo periodo le visite sono diminuite perché ci sono persone che temono di essere infettate venendo in ambulatorio. E’ paradossale - sorride - ma dà l’idea di ciò che questo fenomeno può creare nella società».

L’esperto raccomanda calma e pazienza: «Bisogna continuare a vivere come si è sempre fatto. Non mi stancherò mai di ripetere che non ha alcun senso agitarsi. Per cosa, poi? Basta seguire dei piccoli accorgimenti, sapendo oltretutto che non ci troviamo in una zona a rischio». Nei locali del centro sono appesi i volantini e non si parla d’altro, anche con ironia. Al bar Madonnina di largo Salvo d’Acquisto il titolare Norberto Frigeni è realista: «Immaginavo che prima o poi il virus potesse arrivare fin qui. Per la posizione geografica in cui ci troviamo, non possiamo stupirci. Borgo Ticino ha però reagito senza farne un dramma». F.M.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori