L’Abruzzo delle “Terre Carricine” intorno alla Maiella patrimonio Unesco

Torricella Peligna
Torricella Peligna 
Il nuovo comprensorio per una promozione turistica intercomunale che si sviluppa dentro uno straordinario parco naturalistico con gli scavi archeologici di Juvanum, è formato da Altino, Casoli, Gessopalena, Montenerodomo, Pennadomo, Roccascalegna e Torricella Peligna
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L’Abruzzo vanta tre parchi nazionali, uno regionale, un’area marina protetta e trenta riserve naturali che ne fanno la regione più verde d’Italia per aree protette. A questo primato di meta ideale per chi cerca incontri ravvicinati con la natura, dal mese di aprile 2021 l’Abruzzo ha aggiunto un’altra prestigiosa perla: il Parco nazionale della Maiella, infatti,  è entrato a far parte del “Global Geopark Network Unesco” per le sue caratteristiche che uniscono la geologia, la biodiversità, la storica presenza dell'uomo e tutta una cultura sviluppata nel tempo. Di questo patrimonio mondiale dell’Unesco della Maiella ne beneficeranno le comunità locali che sorgono al suo interno o nelle immediate propaggini e che sarà strategico per il supporto delle microeconomie del territorio.

Tra queste comunità abruzzesi che potranno beneficiare del riconoscimento Unesco, c’è sicuramente il nuovo comprensorio delle “Terre Carricine” in provincia di Chieti, tra i fiumi Sangro e Aventino e che si estende dirimpetto alla Maiella, la “montagna madre dell’Abruzzo” secondo la definizione di Gabriele D’Annunzio. Relativamente piccola questa area geografica montana e collinare era abitata anticamente dalla tribù sannitica dei Carricini, e annovera in uno straordinario parco naturalistico con scavi archeologici a Juvanum, i comuni di Altino, Casoli, Gessopalena, Montenerodomo, Pennadomo, Roccascalegna e Torricella Peligna.

Teatro romano di Juvanum
Teatro romano di Juvanum  
Le “Terre Carricine” sono un primitivo mosaico paesaggistico di un Abruzzo dalla forte vocazione ambientale e dove, ora, alcune comunità, superate le secolari e sterili divisioni campanilistiche, uniscono le loro forze per una promozione e valorizzazione turistica integrata. Anticamente questo territorio dopo i sanniti fu terra di conquista dei Romani come testimoniano ancora oggi i resti archeologici, fra cui un romantico teatro, di Juvanum nei pressi di Montenerodomo e gli scavi ancora in corso a Piano Laroma vicino Casoli.  Storia antica a parte, oggi questi piccoli paesi montani anche se accomunati da una origine comune, hanno tuttavia realtà economiche, storie e tradizioni diverse e che si contendono un turismo non di massa, ma di qualità, che da alcuni anni ha scoperto la bellezza sempre verde dell’Abruzzo montano e collinare.

Di questo particolare territorio abruzzese che nell’Ottocento affascinò il viaggiatore tedesco Ferdinand Gregorivius per “la sua bellezza singolare, fiera e armoniosa”, mentre oggi è stato eletto a luogo del cuore dalla delegazione Fai di Lanciano come sottolinea la responsabile Ersilia Caporale: “Due nastri d’argento, il fiume Sangro e l’affluente Aventino, scorrono nelle due valli omonime, circondati da una miriade di piccoli paesi abbarbicati sulle rocce aspre dei monti, tra la lussureggiante natura della media montagna e tra i vigneti delle zone collinari, fino a giungere in pianura ed arrivare al mare Adriatico, dove possenti sentinelle, i trabocchi, li attendono e salutano, con gioia, nelle dolci giornate di primavera, estate ed autunno, con una velata tristezza in quelle invernali”.

Per Ersilia Caporale e il Fai “risultano chiari, quindi, i motivi per i quali un territorio così vasto e che va da una altezza di 1.276 s.l.m., del valico della Forchetta, sino ad arrivare al mare, abbia una potenzialità turistica enorme. La natura è la padrona assoluta con le cascate  più alte dell’appennino, con i lussureggianti boschi ricchi di flora, come quelli della Riserva Naturale Regionale dell’Abetina di Rosello, ma anche e soprattutto con la fauna con l’orso. E poi gli Eremi, quelli di Celestino V a ridosso della Maiella, le grotte del Cavallone, l’arte rupestre di Civitaluparella,  le colline con i vigneti e gli uliveti che riescono sempre ad emozionarti, al tramonto estivo, o all’alba autunnale.

Lago del Sangro
Lago del Sangro 
Le Oasi, come quella di Serranella tra Altino e Casoli, luogo d’incontro e di abbraccio secolare tra i due fiumi che conserva la natura campestre del territorio, senza dimenticare quelle che sono delle vere e proprie immagini da cartolina, come la cascata della Gran Giara di Pennadomo e le sue pietre lisce. Quando la Delegazione FAI di Lanciano, ha aperto al mondo alcuni di questi piccoli, sconosciuti gioielli, la meraviglia per una così tanta e tale bellezza, era palpabile negli occhi dei visitatori, sia di quelli abruzzesi che scoprivano dei tesori del tutto sconosciuti ed a pochi chilometri da casa, sia di quelli dei turisti venuti da altre regioni che, spesso e volentieri, non avevano mai dato alcuna rilevanza a questo angolo d’Abruzzo”.   

Non c’è dubbio che l’isolamento secolare, che consente ancora oggi i ritmi lenti cui fa riferimento la scrittrice abruzzese Donatella Di Pietrantonio nei suoi romanzi, ha consentito di preservare le “terre”, intese come paesi, che costellano la verdeggiante Valle del medio Sangro e quelli che si erigono intorno alla Maiella. La nascita del comprensorio “Terre Carricine” ha la missione di sviluppare le opportunità di crescita delle comunità locali e di ampliare le loro capacità di rivolgersi ad un pubblico sempre più vasto, creando così una ondata di turismo culturale, con conseguente ricaduta economica sul territorio.