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(ansa)

I 70 anni di Renato Zero, il rivoluzionario che non ha mai tradito se stesso e il pubblico

Auguri a uno degli artisti più originali e amati dello spettacolo italiano. Una vita di record e di avventure, una carriera in cui si è sempre rinnovato senza cambiare mai. E tre nuovi album, uno al mese per tre mesi, in un periodo difficilissimo per l'industria musicale

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Il conto alla rovescia, che di solito il pubblico recita in coro in apertura di ogni suo concerto, oggi comincia non da tre, ma da settanta, per fargli gli auguri in occasione del compleanno. Renato Zero compie settant’anni e l’occasione è quella giusta per celebrare la vita e la storia di uno degli artisti più originali ed amati dello spettacolo italiano. Lo fa con tre nuovi album, uno al mese per tre mesi, in un periodo difficilissimo per l'industria musicale.



Chissà se il giovanissimo Renato Fiacchini, all’alba degli anni Sessanta, avrebbe mai immaginato di trovarsi oggi, nel pieno del 2020, a festeggiare vestendo il ruolo, meritatissimo, di superstar? Chissà se nei suoi sogni c’era anche l’idea di arrivare a essere uno degli artisti più amati della storia della canzone del nostro paese? Probabilmente si, Renato sognava in grande fin da piccolo e ha certamente sempre pensato che la musica, la canzone, il palcoscenico, sarebbero stati il suo mondo per tutta la vita. C’è riuscito, e anche bene, segnando record e successi nel suo diario, mettendo in fila avventure, storie, canzoni che generazioni intere di italiani hanno cantato ed amato, vestendo i panni di Renato Zero, artista poliedrico e multiforme, cantante e autore, attore e performer.


Oggi a settant’anni Renato è ancora Zero, è se stesso nella maniera più completa, con tutte le passioni, i difetti, i sogni, le ansie, le rabbie e gli amori che lo hanno animato in tutto il percorso artistico e umano. Non ci sono altri personaggi simili nella storia dello spettacolo del nostro paese ma, più in generale, anche nella scena internazionale. Pochissimi sono cantautori che hanno avuto lo stesso impatto visivo e poetico, la stessa forza espressiva e lo stesso impegno, la stessa capacità di rinnovarsi senza cambiare mai.



“Anche con le paillettes non sono mai stato un clown”, ci ha detto pochi giorni fa, ma allo stesso tempo è altrettanto vero che è riuscito sempre a far ridere e piangere chi lo ha seguito e ascoltato, è sempre riuscito a toccare le corde dell’emozione, magari alle volte con il trucco più forte, la voce spezzata, lo sguardo intenso, giocando con sapienza con tutti i trucchi di un mestiere imparato con dedizione nel corso degli anni. Ma non ha mai mentito né pensato di prendere in giro il suo pubblico, i “sorcini”, gli “zerofolli”, quelli che senza mezzi termini hanno scelto di credergli e di amarlo. Con le piume e le paillettes Zero ha cantato di politica, di fede, di vita e di morte, di amore e di lotta, di lavoro, di ecologia, di solitudine, di sesso e di amicizia, ha raccontato dolori e gioie, ha messo in scena la vita in tutte le maniere possibili, spesso in barba alle regole e alle abitudini, abbattendo muri e tabù, precursore, provocatore, geniale saltimbanco di una commedia dell’arte che solo lui ha saputo tenere viva fino ad oggi, sapendola presentare al pubblico sempre nella maniera migliore.

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Può non piacere la sua musica, possiamo non avere nelle nostre playlist le sue canzoni, legittimo pensare che il suo stile sia rimasto ancorato a un modo di concepire la musica e la canzone che forse oggi non è in perfetta sintonia con i tempi. Ma è impossibile non vederne la grandezza e l’unicità, non apprezzarne la longevità e l’energia, è difficile non dargli retta almeno per qualche minuto quando una canzone arriva alle nostre orecchie, anche solo per caso. Perché il suo stile, il suo suono, la sua voce sono davvero solo “sue”, originali e inimitabili. E perché il suo essere piacevolmente “antico”, al di sopra delle mode, degli stili, delle tendenze, il suo “ecumenico” parlare a tutti, giovani e adulti, il suo modo personalissimo di essere artista pop, popolare nel senso pieno del termine, gli permettono di essere a suo modo ancora attuale, e permettono alle sue canzoni di essere patrimonio collettivo, alla sua musica di essere ancora viva. E consentono a noi tutti, con piacere, di augurargli, di cuore, buon compleanno.