Ricerca sul Trentino-Alto Adige

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Trentino-Alto Adige

Trentino-Alto Adige: quali sono le sue caratteristiche?
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Il Trentino-Alto Adige è una regione amministrativa dell'Italia settentrionale che confina con l'Austria a nord, con la Svizzera e la Lombardia a ovest e con il Veneto a sud e a est.

Comprende le province di Bolzano e di Trento ed il suo capoluogo regionale è Trento.

Il Trentino-Alto Adige costituisce dal 1948 (insieme al Friuli-Venezia Giulia, alla Sardegna, alla Sicilia e alla Valle d'Aosta) una regione autonoma a statuto speciale. La regione è infatti divisa in due aree con caratteri linguistici e culturali diversi: in Trentino si parla l'italiano, mentre in Alto Adige prevale il tedesco, accanto ad una minoranza che parla il ladino in alcune vallate delle Dolomiti.

Tra le garanzie regionali c'è quella di assicurare il mantenimento del plurilinguismo: il tedesco è equiparato all'italiano a tutti gli effetti.

La doppia denominazione di Trentino-Alto Adige mostra già nel nome che la regione è formata da due sezioni ben distinte, un tempo austriache ed entrate a far parte del Regno d'Italia nel 1918 col nome di Venezia Tridentina, per distinguerle dalla Venezia Euganea, l'odierno Veneto. Il Trentino, di lingua e cultura italiane, prende il suo nome da quello del capoluogo, Trento.

L'Alto Adige, che invece storicamente resta soprattutto di lingua e cultura tedesche, trae il nome dal fiume Adige, di cui occupa la sezione superiore del bacino idrografico. Si può anche definire, con denominazione storico-geografica, Sud Tirolo.

Il Trentino-Alto Adige si estende per 13.607 km2 e ha una popolazione, relativamente scarsa, di 1 078 746 abitanti (2020); la densità è pari a poco più di 79 abitanti per km2. I confini corrispondono quasi ovunque a sezioni o sistemi montuosi delle Alpi (Alpi Retiche, Alpi Noriche, Dolomiti). A sud, dove va oltre l'area prealpina, la regione include l'estremità settentrionale del lago di Garda.

Storia del Trentino-Alto Adige

Il Trentino-Alto Adige nasce dall'unione di due distinte regioni storiche:

  • Il Trentino deve la sua identità più netta alla lunga permanenza sotto il principato vescovile di Trento.
  • L'Alto-Adige o Sud Tirolo, che corrisponde all'odierna provincia di Bolzano, assorbì la germanizzazione, iniziata nell'VIII secolo d.C., e successivamente l'unificazione ai domini degli Asburgo d'Austria (dal 1363 al 1919).

La conquista romana del territorio avvenne nel 15 a.C. con le imprese di Druso, ma anche dopo di questa non si realizzò l'unione amministrativa della regione attuale, poiché l'organizzazione voluta da Augusto introdusse due ripartizioni politico-militari:

  • il Trentino confluì nella Regio X, detta Venetia et Histria
  • la parte settentrionale appartenne alla provincia alpina e transalpina della Raetia.

Il cristianesimo fu contrastato dal permanere di culti pagani: i predicatori cappadoci Martirio, Sisinio e Alessandro furono inviati a convertire gli anauni della valle di Non nel IV secolo ma non ebbero successo. Le invasioni ostrogote e bizantine precedettero l'arrivo di quelle longobarde, che non penetrarono tuttavia nel Tirolo.

Sia il Trentino sia il Sud Tirolo andarono soggetti ai continui mutamenti etnici, politici e legislativi che caratterizzarono l'Alto Medioevo, e furono qui più accentuati per via della posizione geografica, punto di convergenza e di tensione tra differenti civiltà.

Il processo di germanizzazione

Sotto gli Ottoni, imperatori tedeschi, iniziò la vera e propria germanizzazione, che comportò anche la base politico-amministrativa del luogo, con la costituzione a feudi imperiali dei vescovati di Trento e di Bressanone, a cui si affiancavano quelli di Salisburgo e di Coira.

Ma due eventi portarono squilibrio:

  • La crescente influenza dei conti del Tirolo, che estesero il loro potere a nord e a sud della linea di spartiacque delle Alpi;
  • L'affermarsi di un più netto potere temporale del vescovo di Trento, che favorì i contatti culturali e politici con i territori italiani, appoggiando il movimento dei liberi Comuni in contrasto con l'imperatore.

Tra il 1363 e il 1364 il Trentino e il Tirolo vennero incorporati alla casa austriaca degli Asburgo. Successivamente nelle zone meridionali del Trentino si indirizzò la spinta espansionistica di Venezia, che si concluse all'inizio del Cinquecento con la sconfitta veneziana nella battaglia di Agnadello.

Vecchia mappa del Tirolo
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I riflessi della Riforma protestante, che trovò nell'area trentina diffusi consensi, suscitarono una vasta sollevazione contadina, che viene definita la "guerra rustica" e che sconvolse la regione nel 1525. Proprio perché situata in un'area di confine religioso e politico, Trento fu scelta come sede del Concilio (1545-1563) chiamato a ridefinire l'azione spirituale e pastorale della Chiesa.

L'assetto politico dei due territori, il Trentino e il Sud Tirolo, inseriti tutti e due nel sistema imperiale, che lasciava ampi margini di autonomia, non cambiò fino all'età napoleonica.

Dopo la pace di Presburgo (1805) i territori vennero annessi alla Baviera, ma la rivolta antibavarese capeggiata da Andreas Hofer convinse Napoleone a modificare la scelta: nel 1810 (con l'eccezione della Pusteria) furono uniti al Regno d'Italia. Nel 1814, dopo il congresso di Vienna, le due regioni tornarono nuovamente a fare parte dell'impero austro-ungarico, sotto cui rimasero fino al termine della prima guerra mondiale, quando il trattato di Saint-Germain (1919) li attribuì all'Italia.

Il Sud Tirolo, ormai ribattezzato Alto-Adige, fu dapprima associato alla provincia di Trento e poi ne fu separato, costituendo una provincia a sé stante.

Dal 1948 le due province di Trento e di Bolzano formano la regione autonoma del Trentino-Alto Adige.

Il territorio del Trentino-Alto Adige

Il territorio del Trentino-Alto Adige, situato quasi al centro della regione alpina, è interamente montuoso. L'unica altra regione italiana totalmente alpina è la Valle d'Aosta. Lungo la linea che separa la regione dall'Austria si sviluppa in più dorsali una sezione delle Alpi Noriche:

  • a ovest, a partire dal passo di Resia (1508 m), include le Alpi Venoste
  • verso est si hanno i rilievi delle Alpi Aurine o Alpi dello Zillertal, che però si estendono soprattutto in Austria. Le principali vallate della zona sono la Val Venosta e la valle dell'Isarco con la Val Pusteria, che confluiscono presso Bolzano nella valle dell'Adige.
  • A sud si ha una sezione delle Alpi Retiche, a ovest, al confine con la Lombardia (che comprende il massiccio dell'Adamello, di 3556 m, e il massiccio dell'Ortles, di 3899 m), mentre a est sorgono le Dolomiti, condivise con il Veneto (che comprendono il massiccio della Marmolada, di 3342 m).

I valichi

I valichi che permettono le comunicazioni con l'Austria sono tre:

  • il passo di Resia
  • il passo del Brennero (1372 m)
  • il passo di Dobbiaco (1170 m).

I valichi interni sono invece:

  • al confine con la Lombardia, il passo dello Stelvio (2759 m) e il passo del Tonale (1883 m)
  • al confine con il Veneto, il passo Pordoi (2239 m) e il passo di Rolle (1970 m).

Fiumi e laghi

La zona periferica meridionale comprende la prosecuzione delle Prealpi Bresciane e delle Prealpi Venete (che comprendono i monti Lessini, di 2259 m, e il massiccio del Pasubio, di 2235 m).

L'unico tratto di pianura è dato dal fondovalle alluvionale della media valle dell'Adige, tra Bolzano e Rovereto. A sud di questo si trova il limite amministrativo con la provincia veneta di Verona. 

Il fiume Adige (che ha una lunghezza complessiva di 410 km ed è il secondo fiume italiano per lunghezza dopo il Po) è la vera arteria della regione. Attraversa da nord a sud l'intero territorio e bagna tutte le principali città.

Gli altri fiumi sono:

  • il Brenta (160 km), che interessa però soprattutto il Veneto,
  • il Chiese (lungo 160 km, nasce sull'Adamello, è immissario ed emissario del lago d'Idro, al confine con la Lombardia, e confluisce infine nell'Oglio)
  • il Sarca (lungo 78 km, è immissario del lago di Garda, da cui esce col nome di Mincio).

Il Trentino-Alto Adige è ricco di piccoli laghi di montagna (circa 600).

Alcuni sono turistici e molto rilevanti:

  • in provincia di Bolzano, si ricordano i piccoli laghi di Braies, di Carezza e di Dobbiaco;
  • in provincia di Trento, i più estesi sono i laghi di Levico (1,05 km2), di Molveno (2,5 km2) e di Caldonazzo (5,38 km2)
  • in area prealpina, il lago di Ledro (2,1 km2).

Trentino-Alto Adige: clima e ambiente

Il Trentino-Alto Adige ha un tipico clima di montagna, con inverni rigidi ed estati fresche. La piovosità non è molto elevata, con minimi invernali e massimi in primavera e in autunno, anche se la regione è suddivisa in varie zone climatiche.

In alcune valli le temperature sono anche molto più miti della media, perché protette dai venti del nord dalle montagne (per esempio la Val Venosta), altre che al contrario hanno temperature più basse, perché vi si incanalano con facilità i venti di tramontana d'Oltralpe (per esempio la valle dell'Isarco).

Nei fondivalle più estesi, poi, le condizioni climatiche diventano quelle proprie dei climi di tipo continentale, con inverni freddi ed estati anche molto calde: a Vipiteno (in provincia di Bolzano), la media estiva a luglio è di 25 °C (contro i 23 °C di Riva del Garda, temperata peraltro dalla presenza del lago) e quella media di gennaio è di -5 °C (+3 °C a Riva).

Comunque esiste una fondamentale differenza tra la valle dell'Adige fino a Merano e il resto della regione.

Temperature

Le temperature annue più elevate si registrano a Bolzano e a Merano, a circa 300 m di quota, con medie di 12 °C; in entrambe le città possono capitare delle punte massime estive anche superiori ai 35 °C. Invece la media annua a Dobbiaco, località della Val Pusteria è di soli 3,5 °C, a causa sia degli inverni molto rigidi sia delle estati non calde.

Le aree dove piove maggiormente (dall'autunno all'inizio della primavera con frequenti nevicate invernali) corrispondono ai rilievi del Trentino sudorientale, direttamente investiti dai venti umidi provenienti dal mar Adriatico. I massimi sono comunque sui 1700 mm annui. Le aree più asciutte sono invece alcune zone particolarmente protette dell'Alto Adige: in alcune località della Val Venosta si toccano minimi di 500-600 mm annui.

Tutela ambientale

Le aree protette nella regione occupano circa il 20% della superficie territoriale, con un leggero vantaggio per l'Alto Adige, che raggiunge quasi il 23%.

Le aree protette includono una vasta sezione del parco nazionale dello Stelvio. A partire dagli anni Settanta il Trentino - Alto Adige ha provveduto a istituire numerosi parchi, privilegiando la zona delle Dolomiti. Tra questi:

  • il parco regionale dell'Adamello-Brenta (43.600 ettari)
  • i parchi naturali del gruppo di Tessa (33.000 ettari)
  • l'Alpe di Fanes-Sennes-Braies (27.000 ettari)
  • L'area dello Sciliar (di eccezionale interesse geologico, includendo una remotissima e pressoché intatta scogliera corallina, formatasi in mari caldi, tropicali)
  • L'area delle Pale di San Martino
  • L'area del gruppo delle Odle
  • la riserva naturalistica del Laghestel di Pinè

Flora e fauna

Fauna del Trentino
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Circa un decimo dell'intera superficie forestale d'Italia si concentra nel Trentino-Alto Adige: in rapporto all'area regionale parliamo di oltre il 45% del totale. 

A differenza di altre foreste italiane, ad esempio come quelle appenniniche, spesso degradate e rade, si tratta però in assoluta maggioranza di belle foreste ad alto fusto, di fustaie distribuite con continuità sui versanti montani sino al di sopra dei 900-1000 m.

La tipica formazione vegetale del Trentino-Alto Adige è il bosco di conifere (abeti bianchi e rossi, larici, pini silvestri).

Nella fascia inferiore prevalgono le faggete e più in basso, dove naturalmente non si stendano le coltivazioni, i castagneti e i querceti. Presso il lago di Garda, che ha un clima ben più mite, si trovano specie tipicamente mediterranee, come il leccio, l'alloro e l'ulivo.

Non meno celebri dei boschi sono i tappeti erbosi di prati e pascoli, con la loro fioritura multicolore di rododendri, primule, genziane, campanule e altri fiori alpini, che in certe aree, come l'Alpe di Siusi (Alto Adige), formano distese compatte sino ai 2000 m di quota.

Anche la fauna alpina è più abbondante in Trentino-Alto Adige che in altre regioni italiane. Camosci e caprioli sono frequenti; si hanno inoltre marmotte, lepri, scoiattoli e varie specie di uccelli (galli cedroni, francolini, lucherini). Nei boschi dell'alta val Rendena, nel parco regionale dell'Adamello-Brenta, si ha anche una minima colonia di orsi bruni.

Economia del Trentino - Alto Adige

Regione a reddito medio-basso sino a tutti gli anni Sessanta, il Trentino-Alto Adige ha saputo portare avanti uno straordinario sviluppo economico: con più di 32 milioni annui di reddito per abitante la regione oggi si colloca ai primissimi posti su scala nazionale. La disoccupazione, pari al 4% della popolazione attiva (al 3% per l'Alto Adige), è la più bassa d'Italia (la media nazionale supera il 12%).

Pe rottenere simili risultati, le due province hanno saputo far fruttare al meglio le loro risorse e utilizzare in modo oculato i sostegni finanziari di cui godono le regioni a statuto speciale. Fattori principali dello sviluppo:

  • un intenso sfruttamento del potenziale idroelettrico e del patrimonio forestale
  • valorizzazione della posizione geografica
  • agricoltura intensiva e specializzata
  • tutela ambientale
  • adeguata organizzazione ricettiva con enorme incremento del turismo.

Agricoltura

La regione contribuisce per il 2,5% alla produzione agricola nazionale. In Trentino le aziende sono frazionate, mentre in Alto Adige vige il sistema detto del "maso chiuso" (cioè della fattoria indivisa), per cui la proprietà agricola passa interamente in eredità al solo figlio primogenito. Questo comporta una superficie agraria delle aziende superiore, con una relativa più elevata produttività.

Molto utile è stata anche l'organizzazione in cooperative. È diffusa, soprattutto in Alto Adige, la proprietà collettiva, in genere comunale, di pascoli e di boschi, per assicurare un minimo sostentamento alle più isolate comunità montane.

La frutticoltura è l'attività prevalente: il prodotto principale sono le mele (la regione fornisce quasi metà della produzione italiana); anche la coltura della vite, molto selezionata, è destinata alla produzione di vini commerciali di alta qualità.

Un certo ruolo ha l'allevamento bovino, soprattutto in Alto Adige, che consente una produzione di formaggi e latticini ormai superiore al consumo locale.

Importante è poi l'allevamento dei suini: uno dei più tipici prodotti altoatesini, esportato dalla regione, è lo speck. Si continua a praticare il tradizionale metodo dell'alpeggio (secondo cui d'inverno il bestiame bovino rimane nelle stalle nel fondovalle, mentre d'estate è condotto nei pascoli d'alta montagna), ma si va sempre più diffondendo l'allevamento stabile nelle stalle (stabulazione permanente), dove i bovini sono alimentati, d'estate e d'inverno, con le erbe foraggere ricavate dai prati di cui la regione è ricca.

Dal Trentino-Alto Adige proviene un sesto del legname prodotto in Italia.

Industria

Nonostante la ricchezza di energia elettrica, la regione ha scelto in generale di adottare una particolare politica economica: vendere il surplus prodotto, piuttosto che sviluppare una grande industria locale. Uno dei motivi è la volontà di non creare effetti negativi per l'ambiente naturale e, di conseguenza, per il turismo.

L'industria pesante (siderurgica, metallurgica dell'alluminio, meccanica) ha comunque un ruolo relativamente importante nella regione, soprattutto in Trentino; le industrie alimentari (casearie, conserviere, enologiche) sono ubicate nelle zone di provenienza dei prodotti di base.

L'artigianato, un altro settore alimentato dal turismo, è diffuso e rinomato; tipica lavorazione, anche su scala industriale, è quella del legno (mobilio, casalinghi, intaglio: le sculture lignee, in particolar modo a soggetto religioso, sono un vanto della Val Gardena, in Alto Adige).

Settore terziario

Circa tre quarti del reddito prodotto nella regione provengono dalle attività terziarie, soprattutto dal commercio e dal turismo.

L'attrezzatura alberghiera, ricettiva e sportiva in genere, è tra le migliori d'Italia: si pensi che le sole Dolomiti possono offrire più di 1000 km di piste da sci e circa 500 impianti di risalita.

Località di villeggiatura estiva e di sport invernali come Madonna di Campiglio, San Martino di Castrozza, Corvara, Canazei, Alpe di Siusi e tantissime altre sono ormai famosissime.

Il Trentino ha poi stazioni climatiche sul lago di Garda (Riva del Garda). L'Alto Adige ha la massima concentrazione italiana di aziende attrezzate per l'agriturismo. L'apporto fornito dalla regione al complessivo reddito italiano proveniente dal turismo è pari al 12%; considerato in proporzione al numero di abitanti è un assoluto primato nazionale.

La regione è attraversata dalla principale arteria stradale, autostradale e ferroviaria che collega l'Italia all'Austria e alla Germania meridionale. La quantità delle merci trasportate su strada è il triplo della media nazionale.

Popolazione del Trentino - Alto Adige

Bolzano durante i tipici mercatini di Natale
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L'Alto Adige è più esteso del Trentino (7400 km2 contro 6207) e ha un minor numero di abitanti. Tuttavia il divario si va attenuando.

La regione ha una distribuzione urbana equilibrata: ogni provincia ha una città principale che si aggira sui 100.000 abitanti, e una città secondaria, sui 35.000 abitanti (precisamente Merano in provincia di Bolzano e Rovereto in provincia di Trento).

Le vallate rappresentano le aree di popolamento e qui si sviluppa la vita regionale, basata su un'organizzazione territoriale unitaria ed efficiente, favorita dai buoni collegamenti stradali.

Un terzo della popolazione vive in piccoli centri inferiori ai 3000 abitanti. La popolazione sparsa in Alto Adige vive e lavora nei masi, spesso isolati sui versanti delle vallate. Queste hanno in genere una loro specificità, che è il risultato di tradizioni tenute vive e che si ritrovano nel paesaggio, ovunque ben curato, così come nelle case, sempre di grande dignità, e nell'ordine e nella pulizia dei centri abitati. Anche il fenomeno dello spostamento degli abitanti dalle aree montane a quelle di fondovalle, generalizzato a tutta l'Italia, è meno marcato che in altre regioni.

In Alto Adige è molto radicato il sentimento di appartenenza locale, e quindi la stabilità nel territorio, favorita anche dagli aiuti forniti dall'amministrazione di Bolzano alle aree montane più disagiate.

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