Ferrazzano

È indubbio che il toponimo di “sentinella del Molise” (lù spione), conservato nella memoria storica dei molisani meno giovani, attribuito a Ferrazzano, abbia meglio sintetizzato nel tempo la sua funzione di punto difensivo di rilevante importanza strategica, più di quanto non abbia saputo trasmettere il suo stesso nome di chiarissima origine romana, derivante da un “praedium Farrax o Farracius”. Per la sua denominazione in epoca sannitica, al momento mancano elementi epigrafici e topografici per affermare la tesi di Francesco De Sanctis, erudito locale del Seicento, che nelle sue preziose “Notizie Istoriche della terra di Ferrazzano”, del 1699, vorrebbe dimostrare essere la Ferentinum espugnata dai Romani del 296 a.C., insieme a Murgantia e Romulea, anch’esse non localizzate. Suggestivo da visitare il vecchio borgo, adagiato principalmente sul versante meridionale: è stato costruito pietra su pietra dalla fatica quotidiana di un’esistenza dedicata quasi totalmente all’agricoltura. Esso si è conservato architettonicamente quasi intatto per secoli con le case attaccate l’una all’altra per motivi climatici e i numerosi vicoli tortuosi e a saliscendi. Del suo passato molto remoto poco o nulla è visibile ad occhio nudo ad eccezione di alcuni reperti antichi in mano a privati e a musei, mentre resti di mura megalitiche sono state individuate sul versante nord e lungo la zona detta del Torrione dove si notano grossi blocchi calcarei inglobati in costruzioni antecedenti il XVII secolo. Invece, parte della cinta situata a valle, già segnalata nel 1699 ed eretta nelle vicinanze del tratturo Ponte della Zittola-Lucera, è stata riscoperta ultimamente dalla sezione locale dell’Archeoclub d’Italia. Tra gli edifici religiosi, la Chiesa Arcipretale dell’Assunta non ha una data di costruzione precisa anche se alcuni elementi architettonici risalgono ai secoli XI e XII come ricorda la memoria dell’anno 1065, scolpita nel soprarco della porta maggiore ancora esistente; si segnala inoltre la Chiesa di Santa Croce e di Sant’Onofrio. Tra gli edifici storici, da non perdere il Castello Carafa e il Palazzo Chiarulli. È possibile ammirare il panorama dall’ampio belvedere di Piazza Spensieri. Molto apprezzato da cittadini ed escursionisti il percorso pedonale che collega l’abitato con il capoluogo Campobasso. Il comune, che rientra tra i borghi classificati come “bandiere arancioni” dal Touring Club per le peculiarità e le caratteristiche di accoglienza, vanta anche la presenza del Teatro del Loto.